“Perché c’è l’ignoranza?” – Risposte di Francis – 75

Francis Lucille

Ciao Francis, “L’Io in primo luogo sceglie l’ignoranza e come risultato crea pensieri e sensazioni ignoranti.” Francis Lucille. In D/R 68 terza domanda: E’ “l’Io” che pensa questi pensieri, e perché tendono ad essere negativi? Risposta: E’ “l’Io” che pensa questi pensieri poiché c’è soltanto un pensatore e soltanto un attore. Tuttavia essi sono distorti dall’ignoranza. L’“Io” prima di tutto sceglie l’ignoranza e come risultato crea pensieri e sensazioni ignoranti. Essi sono negativi perché emergono dalla frustrazione. L’ignoranza è la più basilare di tutte le frustrazioni: essa ci frustra rispetto a ciò che siamo. Nella tua risposta più sopra, questa frase (l’Io in primo luogo sceglie l’ignoranza e come risultato crea pensieri e sensazioni ignoranti) ha catturato la mia attenzione ed in me è sorta una domanda: come può darsi che l’Io scelga in primo luogo l’ignoranza dal momento che è ignorante? Se l’Io non è ignorante (Advaita) mi sembra che non dovrebbe scegliere l’ignoranza. Mi rendo conto che, probabilmente, siamo intrappolati dalle parole e così cerco di risolverla in questo modo: se io dovessi rispondere alla mia stessa domanda separerei l’Io dal Sono e direi che l’“Io” è il ponte fra gli oggetti e il “Sono” è Coscienza, indivisa e onnisciente (Advaita). Descrivendolo in questo modo l’“Io” è il ponte che ha la libertà (apparente) di scelta per dissolversi nel Sono, (Advaita) oppure distaccarsi dalla Coscienza (Advaita). Tuttavia questa risposta non risponde ancora ad un’altra domanda. Perché è stata creata (o scelta) l’ignoranza, tanto per cominciare? In altre parole perché il puro IO SONO, (Advaita) una pura presenza, dovrebbe scegliere in primo luogo l’ignoranza (la prima volta esso sceglie l’ignoranza)? E soprattutto, perché c’è un Io? La risposta (il trucco spetta solo a noi) è che non c’è mai stato (è o sarà) un Io o una scelta.

Non c’è mai stata nessuna scelta, non c’è io, nè Io, o ponte, o presenza (poiché ciò implica che vi sia qualcuno che ne sia consapevole), o uno che sceglie, o scelte. Probabilmente questa è la ragione per cui non possiamo separare l’Io dal Sono dal momento che l’Io ed il Sono devono essere indivisibili perché ci sia la Coscienza (Advaita). Ed ecco perché tutto quanto sopra non è nient’altro che il pensiero che crea, sempre più intorno a sé, le sue stesse illusioni. Ecco perché soltanto l’esperienza personale dell’innominabile, e niente altro, può rispondere e può dissolvere queste domande.

Se trovi il tempo potresti, per cortesia, commentare? E’ corretto questo modo di vedere? Grazie tante per la tua chiara guida. Con amore, Albert

Risposta:

Caro Albert,

Tu dici “Se l’Io non è ignorante mi sembra che non dovrebbe scegliere l’ignoranza”.

Perché no? La tua affermazione viene dalla credenza che l’ignoranza sia male, una credenza che in se stessa è un residuo di ignoranza. Per questo “Io” niente è male, e niente è persino neutrale come alcune interpretazioni intellettuali dell’Advaita vorrebbero farci credere, ma “tutto è bene e si sta svolgendo come dovrebbe”, come Robert Adams usava dire. Tutto, ogni cosa, inclusa l’ignoranza, emana dall’unica sorgente. La tua domanda mi ricorda il paradosso in cui si trovano i teologi: se Dio è onnipotente e onnisciente, ha creato il male, o perlomeno è consapevole di esso ed ha il potere di fermarlo. Poiché c’è il male, segue che Dio non è amorevole. Dopo di che essi si mettono a “danzare il tip tap” cercando di provare che due più due è uguale a tre (che Dio è amorevole e onnipotente, ma l’uomo è cattivo). Il loro problema è che essi sono d’accordo sull’affermazione “c’è il male”, alla quale Dio potrebbe rispondere: “ai vostri occhi, signori, non ai Miei”.

Qualunque distinzione fra “Io” e “sono”, crea un oggetto, una mentazione*, dall’“Io” o dal “sono”, ed una mentazione non ha il potere di creare niente, ignoranza inclusa, poiché un pensiero, una percezione, vengono creati e non creano un altro pensiero o un’altra percezione.

Quando dico che l’“Io” sceglie l’ignoranza, sto semplicemente indicando l’innata libertà della nostra vera natura. Questo scegliere è diverso dalla pseudo scelta di una entità separata priva di realtà e perciò priva di vera libertà. Così come sceglie, crea e come crea, percepisce.

Esaminiamo ora la tua altra domanda: “perché c’è l’ignoranza?” Affinché questa domanda possa avere una qualche legittimità, ci deve realmente essere ignoranza. Perché non fai la domanda “perché ci sono gli unicorni?” dal momento che gli unicorni non hanno una reale esistenza. L’ignoranza tuttavia non ha una realtà di per sè. La sua sola realtà è garantita da noi. Così la sola risposta a questa domanda è: “ perché noi la amiamo, la amiamo, la amiamo più della nostra cara vita!”

Con amore,

*Mentazione (mentation): termine coniato da Francis. I pensieri, le percezioni, le sensazioni corporee sono tutte “mentazioni”.

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