Qual’è la pratica corretta? – Risposte di Francis – 86

Francis Lucille

Caro Francis, da molti anni sono interessato agli insegnamenti della non-dualità e sono stato sempre più assorbito in essi. Amo la “tua” personificazione della coscienza-consapevolezza che noi tutti siamo. Mi sento molto attirato dal modo in cui punti verso la verità e questa è la ragione per cui sento che tu sei l’insegnante al quale voglio porre questa domanda: faccio “pratica” per identificarmi come coscienza impersonale che testimonia ciò che appare in essa, invece di essere identificato con l’apparenza. Ciò “funziona” bene specialmente con le cosiddette emozioni negative. Ho notato che ciò che … vede la rabbia, non è arrabbiato; ciò che …vede la paura non è spaventato; ciò che …vede la tristezza non è triste …. e così via. Quando faccio questo, esso mi porta allo stesso spazio in cui mi porta la domanda: “chi/cosa sono io?” Candice o’Denver, nel suo libro “L’insegnamento della Grande Libertà”, suggerisce di “prendersi brevi momenti di consapevolezza molte volte” il che, secondo la mia comprensione, punta alla stessa cosa. Inoltre, focalizzo la mia attenzione nel modo che ho appreso dal tuo amico Rupert Spira: OGNI COSA (incluso il mio corpo) appare nello stesso “spazio” della coscienza, simultaneamente e senza distanze. Questo è rilassamento istantaneo. Si può dire che questo sia l’approccio corretto per realizzare e personificare l’Unità con la coscienza? Devo dire che mi risulta difficile mettere in parole la mia domanda. … Grazie per la tua risposta.

Namastè

Bhasha

Caro Bhasha,

Proprio come, ad un certo punto, la tua domanda non può essere formulata, la risposta ad essa non può essere data attraverso le parole. La reale presenza di un guru, che sia consapevolmente stabilizzato nel Sé, guida il discepolo senza sforzo, al di là delle parole, attraverso gli ultimi stadi del sentiero. Non ho una spiegazione razionale per questo. Lo so semplicemente per esperienza. Qualche tipo di comprensione può, apparentemente, essere trasmesso attraverso le parole, ma la presenza di un istruttore ben qualificato è, in molti casi, necessaria affinché il discepolo posa stabilirsi nella pace imperturbabile. La realizzazione del Sé non può essere trasmessa attraverso una e-mail o Facebook, anche se alcuni ostacoli importanti possono essere rimossi mediante la comprensione intellettuale.

Per ciò che riguarda la tua pratica, non dovrebbe mai essere meccanica e dovrebbe sempre fluire dalla tua comprensione. L’elemento più importante è quello di essere sempre aperto, durante la tua investigazione, alla possibilità che la tua coscienza quotidiana sia universale e senza limiti. Se questa apertura non è presente, la tua pratica rimane psicologica. Quando sarai aperto a quella possibilità, potrai creare tante pratiche quante ne desideri. All’inizio puoi riceverle da un insegnante ma poi arriverai ai tuoi propri esercizi. Non amo il termine “pratica” poiché suggerisce sforzo e ripetizione. Potremmo chiamarla esplorazione dell’Infinito che noi siamo, conducendo esperimenti sul modo in cui percepiamo il mondo e gli esseri viventi che ci circondano, i nostri stessi sentimenti, le sensazioni del corpo ed i nostri stessi pensieri. Come risultato di questa esplorazione, le nostre percezioni, i pensieri, le sensazioni e le azioni vengono riallineati con la realtà del nostro essere.

Con amore,

Francis

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