Ciao Francis,
sarebbe corretto dire che la spiritualità può diventare una trappola? Infatti potremmo passare gran parte delle nostre vite ingabbiati nel tentativo di ottenerla. L’opposto del sentiero spirituale sembra essere la persona “mondana”, qualcuno con il DESIDERIO di “uscire” e realizzare qualcosa. Inoltre, il desiderio di creare e fare sembra essere completamente in sintonia con il desiderio sessuale. Sembra quasi che, quando cerco Dio, io sia più morto di quando VOGLIO qualcosa. Quando voglio qualcosa, quando faccio qualcosa, sono molto più vivo, sento molta più energia. Proprio qualche momento fa stavo leggendo alcuni poemi di Rumi e mi sono sentito molto ispirato, e mi è sembrato quasi l’approccio opposto a quello che pensavo fosse la religione. Mi sembra che possiamo trovare la sorgente attraverso il fare, senza reprimere alcun desiderio, come fare l’amore o dipingere o gustare un pasticcino veramente delizioso. Stavo ascoltando un’intervista con Madonna (la pop star) e lei disse, ad un certo punto, che qualche volta, quando sta sul palco, ha delle esperienze davvero bizzarre come essere fuori dal corpo e così via. Puoi commentare?
Caro Nicholas,
Sarebbe ugualmente corretto dire che l’attività può diventare una trappola poiché potremmo passare gran parte delle nostre vite cercando disperatamente di ottenere la felicità laddove non può esserci: negli oggetti, nelle relazioni, nella fama, nel denaro ecc. La volizione ci fa sentire vivi perché nutre la nostra stessa vita e la trasforma in sofferenza nel momento in cui crediamo che la nostra felicità dipenda dalla realizzazione di quel desiderio. Non vi è alcun problema nel cercare di realizzare un desiderio a patto che si gioisca nel tentativo. Se il tentativo diviene un’abitudine, fermati. Stringiti alla felicità invece che ai progetti.
A proposito, ti raccomando molto Rumi. Oltre a questo non ho altri commenti.
Cari saluti,
Francis.
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