Caro Francis, ti ho inviato una lettera poche settimane fa. Non ho ancora ricevuto risposta ma, poiché questa è la continuazione della prima lettera, nel caso la stessi esaminando, sarei contento se rispondessi alla presente. Nel tuo libro dici: “Il mondo non esiste come un oggetto separato o distinto dalla consapevolezza”. Puoi aiutarmi a vedere, per favore, se la comprensione (esperienza) di cui scrivo poco oltre, va nella giusta direzione? In ogni caso, puoi mostrarmi il modo per andare più in profondità? Qualunque cosa vedo o sperimento è un’espressione dei miei sensi. La limitata capacità dei sensi mi permette di vedere o creare un certo mondo: una sedia, un albero, un pianeta, una persona, me, i miei problemi ecc. (come esempio molto piccolo, immagino che se fossimo tutti ciechi il mondo che sperimenteremmo sarebbe molto diverso da quello che sperimentiamo ora). Poiché la maggior parte della gente ha sensi simili, “per convenzione” si è creato un mondo. Quindi, la consapevolezza è ciò che permette la costruzione di qualsiasi mondo: nessuna consapevolezza, nessun mondo. In primo luogo viene la consapevolezza – qualunque cosa sia (nel mondo limitato che percepisco è il nudo senso dell’Io Sono) - e poi la costruzione comincia. Tante grazie, Carlos.
Caro Carlos,
Stai cercando di costruire un modello o un’interpretazione della realtà e tale modello sarà sempre soltanto un insieme di concetti. Tuttavia un concetto non percepisce, non pensa o crea, non decide, non comprende, non ama, non sperimenta od agisce. Non sto dicendo che sei sul sentiero sbagliato, dal momento che puoi sostituire un modello errato con uno più accurato, e ciò è una buona cosa, ma alla fine del giorno nessun concetto potrà portarti la pace e la felicità che cerchi. Sii aperto alla semplice possibilità che questa ordinaria consapevolezza che sta capendo queste parole proprio ora sia in realtà infinita ed immortale. Sii nient’altro che quello che tu sai di essere, direttamente.
Con amore,
Francis
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