Luogo: Pakistan
Ciao Francis, ti ringrazio moltissimo per le risposte a tutte le nostre domande. E’ meraviglioso leggere le tue risposte ed “essere guidati verso la giusta direzione”, per così dire. Ho un paio di domande (probabilmente molto futili, ma presenti da un po’ di tempo nella mia mente).
Qual’è la differenza fra personalità ed ego? Secondo me, si dev’essere in grado di vedere attraverso l’ego o la mente per giungere alla realizzazione del nostro vero Sé. Molti maestri illuminati o saggi, tuttavia, hanno il loro proprio stile, modo d’insegnamento, manierismo ecc. Dopo l’illuminazione, si mantiene la personalità? Se è così, cosa significa, dato che non c’è il sè e si è solamente l’UNO, coscienza, il Divino, comunque lo si chiami. 2. Se non abbiamo il sè e siamo l’UNO, allora come si può essere legati ad una forma? Presumo che anche dopo la realizzazione del sé, abbiamo ancora le sensazioni, i pensieri ecc. di un particolare essere, pur avendo realizzato che siamo tutti la medesima consapevolezza. Come stanno le cose? Mi farebbero piacere le tue risposte. Come puoi dedurre dalle mie domande, sono ancora bloccato nella mia mente egoica. Ti ringrazio moltissimo.
Caro Chandi,
Nelle mie risposte, per essere chiari, uso volutamente la parola “ realizzazione del sé” che, almeno nel mio vocabolario, diversa da “illuminazione”. L’Illuminazione è la piena visione della nostra vera natura. La Realizzazione è lo stadio finale del conseguente processo in cui i residui d’ignoranza sono stati dissolti e si dimora permanentemente nella dolcezza del Sé..
Hai fatto le seguenti domande:
La personalità sarebbe costituita dalle varie qualità che rendono unico un corpo-mente specifico. Ego è una parola che uso raramente. Preferisco la parola “ignoranza” intendendola come ignoranza della nostra vera natura. Nel mio vocabolario, l’ego si riferisce alla coscienza (erroneamente) identificata con una personalità.
La risposta corretta dipende da ciò che s’intende con “uno” e “mantiene”. Se questo “uno” è la coscienza, la risposta è che uno mantiene e lascia andare tutte le personalità così come appaiono e scompaiono nella coscienza. Se questo “uno” è un corpo-mente, esso rimane più o meno lo stesso salvo per una differenza importante: non c’è più la sensazione o la credenza di essere un’entità separata che accompagna la sua manifestazione. Ciò spiega perché gli esseri realizzati (che in questo caso intendiamo come corpi-mente con i quali la coscienza ha cessato d’identificarsi) mantengono i loro manierismi dopo la realizzazione, proprio come mantengono lo stesso colore degli occhi, la stessa forma del naso, la medesima capacità di parlare altre lingue e di guidare le automobili.
La tua domanda presume che la forma esista indipendentemente dall’Uno. Come fa, lo specchio, a rimanere legato ai riflessi che vi appaiono? La risposta è che l’Uno non rimane legato alla forma poiché qualcosa di reale non può essere legato ad un’illusione.
Fino a quando un corpo-mente esiste, ci sono sensazioni e pensieri. Ciò che non è presente in un essere realizzato è la credenza o la sensazione di separazione, con tutta la sofferenza e il senso di “mancanza” che l’accompagna.
Con Amore,
Francis
Index